Con il patrocinio del Comune di Forlì, l'associazione Patriarchi della Natura ha donato al Rotary Club Forlì a completamento del progetto "acqua come risorsa" che ha coinvolto trecento bambini di scuole elementari e medie, 12 melograni di specie diverse al parco Paul Harris, dedicato al fondatore del Rotary International.
Il Melograno
E' un albero di dimensioni modeste, coltivato da millenni nell'area mediterranea; in realtà si tratta di una pianta originaria del medio oriente e dell'asia meridionale, da dove le popolazioni arabe lo portarono fino in Grecia e a Roma. Il nome latino evoca il mondo cartaginese, in quanto i romani impararono a coltivare il melograno dalle popolazioni Puniche (ovvero cartaginesi) che vivevano nell'odierna Tunisia. In Italia arrivò grazie ai romani che lo conobbero nel Nord dell’Africa, in particolare durante le guerre puniche, da cui il suo nome in latino “Punica Granatum”.
Caratteristiche del melograno
Il melograno è un medio arbusto o piccolo albero dal portamento arrotondato ed è ricoperto da una corteccia che tende a sfaldarsi, di colore grigio bruno; le radici sono fittoni che tendono ad allargarsi sul terreno, producendo numerosi polloni. Nelle varietà da frutto si tende a contenere il numero dei polloni, per allevare la pianta ad alberello, ed ottenere così frutti di dimensioni maggiori; le piante a singolo fusto sono abbastanza ramificate e presentano una bella chioma non eccessivamente ampia. Le varietà da fiore vengono invece spesso coltivate lasciando sviluppare liberamente i polloni, e dando origine così ad un ampio arbusto allargato e dall'aspetto disordinato e denso. In genere i melograni non superano i 5-6 metri di altezza. Il fogliame è di dimensioni minute, ovale, talvolta quasi lineare, di colore giallo arancio appena spuntato, diviene verde chiaro con il passare delle settimane.
I rami, dotati di spine, rimangono spogli fino a metà primavera quando spuntano le foglie, semplici e opposte, dalla forma oblunga con bordo leggermente ondulato. Ad inizio stagione sono di un bel verde vivace per diventare dorato acceso in autunno.
I fiori, che possono essere più o meno doppi a seconda delle varietà, appaiono da maggio a settembre, hanno un calice coriaceo che sorregge da 5 a 7 petali ovali e leggermente arricciati sul bordo, nei colori dal rosso al giallo pallido. Una volta caduti permane il ciuffo di stami, anch’esso molto ornamentale.
I frutti, di grande bellezza, maturano tra l’autunno e l’inverno. Sono composti da una scorza coriacea contenente una miriade di semi rossi, traslucidi, dal gusto dolce o acidulo.
VARIETA’
Le varietà sono diverse per dimensioni dei frutti, colore esterno (che va dal giallo, al verde, al rosa, al rosso, al porpora/nero), colore interno degli arilli (che vanno dal quasi bianco, al rosa, al rosso, al rosso scuro), dimensione degli arilli (piccoli, medi, grossi), durezza/morbidezza del seme (duro, medio, soffice), spessore della buccia, maggiore o minore resa e contenuto in succo, acidità e dolcezza, diversa conservabilità dei frutti. In base al gusto, i frutti vengono classificati in dolci, agrodolci e acidi, a seconda dei livelli di acidità del succo (rispettivamente lo 0,32%, 0,79% e il 2,72% di acido citrico). In base all’epoca di maturazione le varietà sono classificate in precoci, medie e tardive.
CURIOSITА’
Una leggenda narra che il melograno fu un prodigio di Madre Natura: tantissime popolazioni antiche come quelle greca, babilonese ed ebraica lo consideravano un vero e proprio miracolo, una testimonianza terrena di entità superiori. Anche Ippocrate, padre della medicina, valutò la melagrana durante i suoi studi, elogiandone le virtù curative.
La simbologia del melograno
Da sempre la melagrana ha assunto una forte valenza simbolica: associata spesso a divinità differenti a seconda delle epoche, ad Afrodite al tempo dei greci, Giunone per i Romani, e alla Madonna dei cattolici a partire dal medioevo, questo frutto è evidentemente perfetto per rappresentare la fertilità e l’abbondanza. Questo perché oltre ad essere bella e vigorosa, la melagrana contiene molti semi appunto simbolo di produttività, ricchezza e abbondanza. Tante epoche e civiltà sono passate ma la melagrana rimane quasi sempre costantemente a rappresentare la vita, l’amore, il legame coniugale e la fertilità, un frutto quindi di buon auspicio nei matrimoni.
Le 12 varietà al giardino dei melograni del parco Paul Harrys Forlì
Si tratta di un’antica varietà romagnola, che in passate ore diffusa presso le aziende agricole, in particolare dell’area faentina. Produce frutti di grande dimensioni che possono superare i 2 kilogrammi.
Antica varietà unica per il territorio romagnolo, ritrovata presso una casa rurale nel comune di Russi. Il frutto è particolare perché rimane di colore verde anche a maturazione; i suoi frutti sono dolcissimi.
Vecchia varietà romagnola caratteristica dell’area tra Forlimpopoli e Bertinoro si riconosce per il colore rosso acceso della buccia del frutto a maturazione e dai chicchi dolci.
Questa vecchia varietà si caratterizza per i suoi frutti che maturano a fine inverno e rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva, quando la pianta emette le nuove foglie; infatti è possibile vedere ancora i frutti di sapore acidulo quando l’albero entra in fioritura.
Varietà sconosciuta recuperata dall’associazione Patriarchi della Natura dalle campagne reggiane, dove cresceva a ridosso del muro di una casa colonica ormai in rovina. Il frutto è di medie dimensioni e si caratterizza per i suoi chicchi di sapore agrodolce.
Questa vecchia pianta è stata recuperata dall’associazione Patriarchi della Natura presso un casolare abbandonato nella frazione di Marsignano, in comune di Predappio. I frutti, di piccole dimensioni hanno un sapore agrodolce.
Antica varietà napoletana, è stata recuperata riproducendo il melograno più grande della Campania che vive nel parco di una villa privata a Ponticelli, un rione di Napoli. Il frutto è di piccooe dimensioni ma ha chicchi molto dolci.
Questa varietà laziale è caratterizzata dal colore viola della buccia dei suoi frutti che sono di piccole pezzatura. La piante ha un aspetto ornamentale molto suggestivo in autunno quando le foglie diventano di un giallo brillante e i frutti contrastano col colore scuro.
Questa vecchissima varietà calabrese è stata recuperata da un melograno centenario che vive in mezzo a piante di bergamotto nel territorio di Brancaleone, nella Locride. I suoi frutti maturano a fine autunno e restano sulla pianta per tutto l’inverno e spesso si spaccano mostrando i chicchi vermigli.
Questa vecchia varietà deriva da un melograno centenario che vegeta nell’orto di un monastero a Venafro, in provincia di Isernia. I frutti sono di grandi dimensioni e a maturazione hanno un bel colore rosso-arancio, i chicchi sono di ottimo gusto agrodolce.
Varietà locale recuperata nelle campagne della pianura faentina da una pianta ormai morente, ma l’associazione Patriarchi della Natura è arrivata in tempo per recuperare il suo dna. Il frutto, di medie dimensioni, matura a novembre ed è caratterizzato da chicchi di colore rosso vivo e dal sapore agrodolce.
Questa varietà è l’unica che non appartiene al territorio italiano, infatti è originaria dell’Iran dove la coltura del melograno è assai diffusa e dove si coltivano tante varietà diverse. Il frutto è di un bel colore violaceo a maturazione e i suoi chicchi sono molto dolci.